domenica 14 gennaio 2007

"non stia a pensare, quello che è stato non tornerà"

Riflettendo su quanto un amico ha scritto a proposito della memoria, sono giunta alla conclusione che i ricordi ci tormentano, ci infastidiscono, ci rattristano e chi più ne ha più ne metta, essenzialmente per tre motivi:
- "quella cosa stupida e bastarda che è la nostalgia, da nòstos e algìa, come a dire ", scrive Dacia Maraini;
- un forte senso di imbarazzo;
- la presa di coscienza dello scorrere del tempo e quindi paura dell'invecchiamento, o dell'impossibilità di recuperare situazioni persone luoghi ecc, ma qui già scadiamo nella nostalgia.
Ora, in genere io ho un buon rapporto con i ricordi, e sì che ho fatto cose imbarazzanti e sì che ci sono situazioni persone luoghi ecc impossibili da recuperare; in genere non rinnego la memoria, in genere non mi lascio prendere dallo sconforto.

Però

c'è una strada, nella mia città, che porta alla mente qualcosa. Una scena non molto lunga in realtà, nè densa di significato, esattamente come la stada in cui si svolge. E' annidata, da qualche parte dietro l'angolo, e balza fuori dalla tana ogni volta che percorro questa strada. Non è una scena imbarazzante, nè dolorosa, nè nostalgica, ma mi sono stancata di riviverla.
Se io potessi, con una scopa di saggina spazzerei via questo ricordo in fondo in fondo alla strada, dove non passo mai, e lascerei anche la scopa lì, ancora qualche brandello resta incollato ai rametti e me lo trascino dietro. Poi mi allontanerei dalla scopa e dal ricordo e dalla fine della strada e non sarei più costretta a rivedere quel momento ogni giorno, e non dovrei farmi domande ogni giorno, e soprattutto ogni giorno non dovrei scervellarmi nel cercare risposte, e la scena non sbiadirebbe ogni giorno, consumata dall'uso, ma resterebbe stampata con colori vividi in un angolino della mia testa, pronta a riemergere solo quando lo voglio io.
Però
temo che se spazzassi via la scena, lei troverebbe comunque il modo di saltarmi addosso. Magari prende la rincorsa ogni volta che mi allontano al suddetto tratto di strada, o magari trova il modo di insediarsi di nuovo nel suo nido vicino l'angolo.
Questi pensieri, sviluppatisi ulteriormente dopo la giornata di ieri, mi portano a pormi altre domande ancora. Notoriamente, ci sono alcune persone che difficilmente riesco a capire, e ci sono molte altre persone che difficilmente riescono a capirmi. Ne siamo tutti consapevoli e abbiamo trovato un territorio neutrale in cui ognuno dà la possibilità all'altro di farsi comprendere, questo è il nostro accordo e siamo tutti felici e contenti. O meglio, sino a pochi giorni fa eravamo tutti, ma proprio tutti, felici e contenti.
Qual è stato quel momento in cui il territorio neutrale ci è scivolato via da sotto i piedi e la cattiva interpretazione ci ha ammutoliti? Dov'è che il timone ha virato? E soprattutto, perchè io non me ne sono accorta?
"scordiamoci anche noi di quel che è stato, scordiamoci d'un tratto del passato!"

3 commenti:

Anonimo ha detto...

brava brava brava...tu farai strada secondo me!un bacino La Zia

Anonimo ha detto...

Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato, ha dato. Scurdammoce 'o passato: simme 'e Bari, paisa'! :)

reg21

Anonimo ha detto...

Ah, ti devo una soluzione:

CCC si traduce con la frase: "Semicerchi, non C, sono", che diventa quindi la soluzione cercata: "Se mi cerchi non ci sono".
Beijos & abraços.