sabato 23 dicembre 2006

miser Catulle, desinas ineptire!

"Viviamo", cioè godiamoci la vita, e "amiamo", cioè godiamoci l'amore: perchè si può anche vivere senza sentire la vita e amare senza godere l'amore.
C. Marchesi
Vivamus, mea Lesbia, atque amemus...


Perchè la mia ragazza che è scappata,
amata come mai sarà nessuna,
per cui mi sono battuto molto e bene...

Dicebas quondam solum te nosse Catullum,
Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem.
Dilexi tum te non tatntum ut vulgus amicam,
Sed pater ut gnatos diligit et generos.
Adesso ti conosco. Per questo, se brucio di più,
mi vali molto meno. Mi sei molto di meno.
"E' molto strano". Ma un'offesa così ti costringe
ad amare di più e a volere bene meno.

Lesbia dice di me, col marito, ogni male possibile[...]
Se tacesse, se mi scordasse,
sarebbe senza febbre. Invece strilla e vocia.
Ricorda, se ricorda! e ciò che va nel profondo,
è arrabbiata. hoc est, uritur et coquitur.

[...]Accordo sui particolari.
Sulla sintesi , "bella" , no. Il fascino manca.
Bella è Lesbia. Perchè è bellissima tutta,
ogni grazia ha rubato a tutte quante.


Lesbia sparla, non smette mai di sparlare
sul mio conto. Che io crepi se non mi ama.
Sintomi uguali per me. Io la stramaledico
ogni giorno. E che io crepi se non la amo.

Si quicquam cupido optantique obtigit umquam
insperanti, hoc est gratum animo proprie.
Quare hoc est gratum nobis quoque carius auro
quod te restituis, Lesbia, mi cupido.
Restituis cupido atque insperanti, ipsa refers te
nobis. O lucem candidiore nota!
Quis me uno vivit felicior aut magis hac res
optandas vita dicere quis poterit?

venerdì 22 dicembre 2006

21 dicembre, solstizio d'inverno: se fino ad adesso si era giocato, ora siamo davvero nella stagione più fredda dell'anno. E non si parla di miglioramenti almeno sino al 2 febbraio...

giovedì 21 dicembre 2006

Martedì 19 dicembre 2006 Vinicio Capossela alla chiesa San Paolo Apostolo, Bari, ha offerto come sempre una gran performance. "Non c'è disaccordo nel cielo. Offertorio natalizio per strumenti inconsistenti" non è stato propriamente un concerto; il cantautore ha alternato la lettura di racconti tratti da "I cerini di Santo Nicola" a pezzi attinti non solo al proprio repertorio (Santissima dei naufragati, Christmas Song, Canzone a manovella, Marcia del Camposanto, I pianoforti di Lubecca, Ovunque proteggi), ma anche ad altro (Erbame Dich, di Bach, o Non c'è disaccordo nel cielo, versione italiana di No disappointment in Heaven, di Jimmy Scott). Il tutto accompagnato da Gianfranco Grisi, al cristallarmonio, strumento musicale costituito da bicchieri di cristallo suonati per sfregamento che fu "bandito nel '700 perchè portava alla follia", da Vincenzo Vasi al glockenspiel, al theremin e al gong delle nuvole e da Glauco Zuppiroli al contrabbasso.
Ma la cosa più bella di quest'esibizione, concedetemelo, è stata l'esecuzione di nella pioggia , alla fine di tutto, con un ombrello nero poggiato sulla spalla e litri di pioggia che fuori dalla chiesa investivano effettivamente tutta la città.

martedì 19 dicembre 2006

nella pio- nella pio- nella pioggia

Io ho la fortuna di frequentare un'ottima scuola.
Sono meno fortunata perchè questa scuola non dispone di grandi fondi.
Questo significa che, ahimè, sono sola soletta al calduccio con una tazza di the e Bill Evans (a proposito, consiglio a chiunque di comprare i cd jazz che escono ogni venerdì con l'espresso) a farmi compagnia e ho finalmente un attimo di respiro (mentre altri studenti si affannano in questo sporco mondo, in sporche aule, su sporchi banchi su cui magari ora stanno svolgendo compiti di geometria analitica o greco o latino, chissà. per non parlare di migliaia di altri baresi sotto la pioggia in questo momento. pioggia che, ci tengo a sottolineare, io guardo e fotografo comodamente seduta su una coooomoda sedia). Tutto questo perchè, data la scarsità di risorse, ci siamo dovuti accontentare di una sistemazione arrangiata e, ahimè, mica si può fare lezione con i calcinacci che si staccano dal soffitto carico di pioggia e umidità, eh no. Sono proprio sfortunata.
io avrò un esaurimento nervoso entro mercoledì sera. lo so. me lo sento.

sabato 16 dicembre 2006

e come nella migliore tradizione letteraria di ipocondria...

Bleuler mantenne le partizioni precedentemente proposte distinguendo:
[...]

d) una schizofrenia simplex, a esordio insidioso, in cui subdolamente si realizza

un disinvestimento della realtà,
ce l'ho
un impoverimento progressivo dei contenuti ideativi,
ce l'ho
un inaridimento affettivo
ce l'ho
(da Eniclopedia Europea, edizioni Garzanti)

domenica 10 dicembre 2006

Cosa manca alle donne oggi più di prima? L'eleganza.
Non mi dilungherò su accorate esortazioni a un'eleganza morale e/o sentimentale, no. Parliamo dell'eleganza visibile, del gusto per l'abbigliamento e della gestualità.
Quante donne eleganti posso annoverare nelle mie conoscenze? Due, forse tre. Io esclusa, sia beninteso: non mi attribuisco questa gran dote.
Ma che fine, che fine ha fatto quella raffinatezza semplice e sobria alla Audrey Hepburn?
Oggigiorno diamanti (di plastica) grossi quanto noci vengono sfoggiati quotidianamente, non esiste make-up meno pesante dei 250 gr per volto (sì sì, quantifichiamo proprio in grammi: provate a pesare ciglia irrigidite dal mascara o linee di eye-liner e poi ditemi. per non parlare dei calchi in fondotinta), ruminare una chewing-gum sembra essere una moda e rossetti dai toni accesi sono usati al posto del burrocacao.


Buongusto ti prego torna tra noi! (altro che "se qualcosa ci salverà, sarà la bellezza". tsk!)

venerdì 8 dicembre 2006

non sono più i tempi di una volta

Ho sempre avuto una memoria olfattiva piuttosto sviluppata; associo più facilmente i ricordi agli odori o ai suoni che alle immagini.
Un paio di mattine fa stavo camminando allegramente quando tra la puzza di benzina e di sansa (che, detto tra noi, è l'aroma tipico di Bari. e w i profumi!) ho annusato la tipica aria primaverile. A occhi chiusi (e sì, anche quando cammino. ehm.) mi sono divertita a distinguere il profumo delle margheritine e l'odore fresco di aprile-maggio. Proprio su quest ultimo pensiero spalanco gli occhi e mi rendo nuovamente conto di cappelli guanti e sciarpe sfoggiati con non chalance da manichini e passanti: ebbene sì siamo in dicembre!
Con 20°C e il solleone, magari, ma pur sempre dicembre, con babbo natale sospetti che si arrampicano su balconi e stelle comete psichedeliche alle finestre.

Ah, non esistono più le stagioni di una volta!