venerdì 9 marzo 2007

Io non penso che la gente si commuova per empatia o per sensibilità o per profonda partecipazione sentimentale a quanto vede, o sente. Io penso che la gente si commuova perchè ha paura: di non riuscire a conquistare quello che i loro eroi o le loro eroine conquistano, paura di non vivere mai un'emozione forte come quella altrui in cui sono coinvolti. Oppure è invidiosa, e le lacrime che versa non sono che per sè stessa, per la propria commiserazione o la propria bile. La verità è che in qualsiasi atteggiamento le persone sono radicalmente egotiche, e difficilmente arrivano ad avere talmente a cuore le vicende altrui da piangere. Eppure da qualche parte nel mio cervello io so che il contatto umano è un appiglio necessario nel corso della vita, in fondo in fondo anche io penso che sia davvero così.
Però
preferisco seguire il cervello, piuttosto che il cuore. Preferisco la lucidità, la razionalità spietata a un ovattato sentimento di peace and love. Quindi continuiamo a fare la donna delle caverne ancora un altro po' e vediamo cosa succede...

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